Contaminazione, scambio, ispirazione sono i pilastri portanti di un laboratorio dalle caratteristiche peculiari.
L’aria nuova che ESPRIT Architettura vuole respirare ha il profumo del pensiero, la fragranza della storicità, è fredda come il metallo, colorata come la città, vibrante come un suono. Musica, danza, arte e tecnologia, infatti, hanno accompagnato l’aperura al pubblico di questo loft, in un ex opificio, a pochi passi dal centro cittadino; unitamente alle parole, alle idee, agli sguardi e all’energia scaturita da tutti coloro che, numerosissimi, hanno voluto salutare quest’avventura durante il suo vernissage. Un’atmosfera post-industriale e al contempo estremamente calda e conviviale, contraddistingue i locali di uno studio che diventa il sunto dell’idea avanguardistica che i suoi ideatori vogliono esprimere. Proposte e creazioni che guardano al futuro senza dimenticare che l’architettura e il design sono fatti per le persone e che le uniche opere che “funzionano” sono quelle che interagiscono con chi le vive e le usa. Per fare ciò le ispirazioni devono essere diverse e totalizzanti e l’inaugurazione ne ha dato un saggio dimostrativo. I locali hanno ospitato, durante la serata d’apertura, una mostra di opere dell’artista Enrico Redolfi e la performarce artistica della scuola danzArea, in un graditissimo vortice sinestetico che mostrava le innumerevoli potenzialità della mente e dello spazio. Sopra tutti la “parete dei maestri” un angolo che raccoglie i ritratti degli architetti del presente e del passato che sono stati fondamentali per la formazione di Enrico, Gianluca, Lorenzo, Pietro e Stefano e che continuano a ricordare loro che oltre il progetto c’è l’opera.