I registi bergamaschi Alberto Valtellina e Paolo Vitali hanno realizzato un film sui famosi palazzi del quartiere di Loreto. «Il condominio inclinato» sarà presentato in anteprima martedì 29 settembre alle 21 al Cinema Conca Verde.
Il condominio inclinato è un progetto di ricerca cinematografica sui complessi edilizi “Terrazze fiorite” e “Bergamo sole”, costruiti tra il 1976 e il 1980 su progetto degli architetti Giuseppe Gambirasio e Giorgio Zenoni: inizialmente definiti “i pollai”, sono stati studiati e apprezzati a livello internazionale e sono oggi tra le residenze più ambite della città.
Attraverso le testimonianze degli abitanti il film descrive gli spazi privati, quelli comuni e le molteplici e articolate relazioni con essi. Il racconto che emerge è tanto preciso quanto “affettuoso”: fra i residenti i due registi incontrano «il più grande collezionista al mondo di gadget della Nutella», che afferma di non sapere nemmeno lui quanto ciò sia motivo di vanto o di vergogna, e un’insegnante appassionata di botanica che mostra le orchidee nate spontaneamente fra le aiuole.
Spiega Paolo Vitali, architetto e regista, che il 29 settembre sarà presente in sala con il co-regista e produttore Alberto Valtellina per dialogare con il pubblico: «Obiettivo del nostro lavoro è stato quello di far emergere la forte interazione tra spazio e abitanti. Il progetto di Gambirasio e Zenoni si inserisce nel clima culturale che, tra il dopoguerra e gli anni ‘70, ha favorito la realizzazione di complessi abitativi di grandi dimensioni che dovevano sviluppare socialità e relazioni. A differenza di altre operazioni progettuali a cui non ha corrisposto una adeguata qualità abitativa, nella “città orizzontale” di Bergamo ha prevalso un approccio sperimentale, ricco di soluzioni che hanno promosso e favorito modi significativi di interagire con lo spazio».
Il progetto del film nasce da uno specifico interesse per i condomini di Vitali stesso, che in diverse occasioni vi ha accompagnato gruppi di cultori italiani e stranieri: docenti universitari, professionisti, critici. «A volte con risvolti comici – dice l’architetto -, come quando Laura, un’abitante che gentilmente si è offerta di mostrare il proprio appartamento, si è ritrovata otto architetti svizzeri stipati nel suo piccolo bagno, intenti a prendere appunti».
Fra i protagonisti Giorgio Zenoni, uno dei due progettisti a cui Valtellina e Vitali hanno chiesto di essere guidati all’interno della struttura per scoprirne i principi costitutivi, il quale spiega come l’idea del piano inclinato sia nata da una precisa prescrizione del piano regolatore, che prevedeva di preservare la vista su Città Alta e sui Colli.
E sul lavoro di produzione spiega Alberto Valtellina: «Abbiamo deciso di lasciare che il tempo lavorasse a nostro favore. Il film è terminato dopo più di due anni perché volevamo diventare a nostra volta “parte dell’edificio”, una parte osservante e dialogante. Non abbiamo imposto una struttura al film, ci siamo lasciati trasportare dagli incontri e dalle amicizie che sono nate. In più occasioni abbiamo condiviso parti del montaggio con i nostri protagonisti».
Le musiche sono originali, i musicisti che le hanno eseguite sono stati rintracciati fra gli abitanti: un musicologo costruttore e suonatore di baghèt, la cornamusa bergamasca; un’insegnante di pianoforte che suona una Partita di Bach; tre fratelli, due violini e un violoncello, che suonano Grieg e Vivaldi sui terrazzi, sulle scale e nei garage.
La proiezione è organizzata in collaborazione con il Comune di Bergamo. Il commento di Nadia Ghisalberti, Assessore alla Cultura del Comune di Bergamo: «L’Amministrazione comunale apprezza ogni sforzo teso alla valorizzazione e alla riscoperta di piccole o grandi parti della storia anche recente della nostra città, a volte dimenticate o poco conosciute. Per questo motivo abbiamo scelto di sostenere la presentazione e la diffusione del progetto Il condominio inclinato, una ricerca originale che ci fa riscoprire un patrimonio architettonico residenziale degli anni Settanta, famoso a livello internazionale, che tutti noi abbiamo sotto gli occhi replica watches ogni giorno ma del quale si è persa una conoscenza approfondita. Intrecciando la voce dei “tecnici” con quella di chi ci abita, in un alternarsi di storia passata e presente, il progetto ha dato vita ad un’analisi sugli ideali dell’abitare allora assolutamente innovativi, per cercare di capire se quel modello di architettura ha resistito nel tempo ed è oggi ancora valido».
Articolo Eco di Bergamo